Dal 1992 il 3 dicembre è la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, ormai dunque sono oltre 30 anni che viene celebrata questa ricorrenza mirata a farci ragionare su come rendere il mondo più equo per tutti, quindi è normale chiedersi come procede questo progetto di sensibilizzazione? Quali traguardi sono stati raggiunti?
Partiamo col dire che gli inizi sono stati difficili. La scarsa sensibilizzazione all’argomento caratteristica dei primi anni novanta combinata con il rapido progresso nella tecnologia informatica ha reso il mondo digitale una parte sempre più integrante della vita moderna e sempre più ricca di barriere. Alla luce di ciò nel 1999 è stata creata la WACG, una lista di linee guida per l’accessibilità del web che è ancora mantenuta, aggiornata e considerata lo standard a cui ogni sito ed applicazione dovrebbe attenersi.
Purtroppo queste linee guida sono state spesso ignorate, specie all’inizio per questo tutta una serie di progetti ed aziende, proprio come Mediavoice, sono nati per eliminare il crescente divario informatico. Inizialmente si trattava di un lavoro difficile, di cui si facevano spesso carico piccole aziende o gruppi no profit, ma nella seconda metà degli anni ’10 qualcosa è cominciato a cambiare.
L’incredibile diffusione dei social media e dei servizi online hanno permesso di mettere in luce sempre più le difficoltà che le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno per accedere a servizi che i più ritengono garantiti: influencer con disabilità e movimenti spontanei di sensibilizzazione hanno aumentato il livello di informazione e sensibilizzazione, creando contenuti educativi facili da condividere.
Questa maggiore sensibilizzazione ha dato frutti, accelerando i progressi: l’implementazione di sottotitoli sui contenuti video è diventata lo standard, i website builder hanno sviluppato strumenti per rendere agli sviluppatori sempre più facile l’implementazione delle linee guida per l’accessibilità, le librerie di audiolibri con alti valori di produzione sono diventate sempre più vaste. In molti casi opzioni di accessibilità ancora più avanzate si sono diffuse: molti film sulle piattaforme di streaming hanno una versione con audiodescrizione mentre molte applicazioni e videogames hanno l’opzione di palette di colori studiate per combattere varie forme di Discromatopsia (spesso impropriamente chiamata daltonismo). In effetti l’utilizzo di opzioni di accessibilità può portare alla scoperta di disabilità non diagnosticate, dato che se le si utilizzano con effetti positivi possono essere un buon indicatore di sintomi non identificati.
Nel frattempo i professionisti del mestiere continuano a darsi da fare per creare hardware e software sempre più raffinati, specie in luce dei progressi della intelligenza artificiale cui stiamo assistendo: noi di Mediavoice ad esempio stiamo concentrandoci nell’utilizzare l’AI per permettere una migliore esperienza di navigazione sul web a chi ha disabilità visive ed impieghiamo sintetizzatori vocali creati con l’intelligenza artificiale per rendere più umana la voce delle macchine.
Da qui il percorso dei diritti delle persone con disabilitò continuerà sicuramente: i progressi fatti sono senza dubbio incoraggianti ma sia sul piano sociale che tecnologico c’è sempre molto da fare e siamo fieri di fare parte di una vasta rete globale di professionisti, di volontari e di attivisti che ogni giorno lavora per rendere il mondo un più accessibile di come fosse il giorno prima.